lunedì 27 febbraio 2012

[Classe-76]: I migliori telefoni della nostra vita (per buona pace di quei I-Coso che avete in prossimità di un metro da voi)

Gentili Tutti,

dopo che l’inverno ha lasciato posto ad una primavera senza giacca, Milano sembra aver trovato il suo equilibrato sole. Ed io per celebrare ho messo su una soudtrack primaverile come il The Best dei Deep Purple.

Ora prima che la notte si prolunghi e passi al mio lato oscuro della forza costituito dalla playlist dominata da de-gregori-guccini-johnwilliams, mi appresto a raccogliere i miei pensieri, schivando un colpo di tosse ed un episodio in modalità “mute” di CSI – New York (CSI NY è un salvaschermo perfetto per il mio LCD a 42 pollici), e preparando una nuova clamorosamente inutile puntata della celeberrima rubrica [Classe-76].

Il tema di oggi, sarà scandaloso, sensuale, luminescente, termodinamico e anche telematico… perché il tema di oggi è: [Classe-76]: I migliori telefoni della nostra vita (per buona pace di quei I-Coso che avete in prossimità di un metro da voi).

Allora iniziamo bene, anche perché questa volta vi beccate una doppia porzione di polaroid (Igor e non stare sempre a lamentarti che tre giorni fa ti ho anche dato del pane come stipendio!!).

Ho cercato negli Hard disk della mia memoria, facendo il surf tra il ricordo dolce delle prime cotte (dolce un paio di giuda ballerini… io ci piangevo un totale) ed il pungente freddo delle onde emotive suscitate dai ricordi delle storie importanti (“pungente freddo” un gran bel paio di GIUDABALLERINI, che ci piango anche adesso), e questo perché il telefono è sempre stato il mezzo che ha fatto da scenografia alla mia storia amorosa (relazioni a distanza vi dice qualcosa?? Se non vi dice niente… siete pregati di circolare perché qui non c’è niente da guardare, forza muoversi!!).

Il primo telefono che ricordo è questo:

Ovviamente per funzionare non potevi usare le monetine, ma avevi bisogno dei mitici:


per me erano un mito i gettoni, mi davano l'idea di una moneta alternativa, qualcosa di fantastico che veniva diritta diritta da un paese straniero (e poi assomigliavano ai gettoni della mia adorata sala giochi), ma per ottenerli bisognava usare una macchina infernale:


e per riuscire a capire dove si trovava un telefono bisognava fare caso a questa fantastica segnaletica:


ma purtroppo con gli anni il bel grigio topo dei telefoni tendeva a sparire come i miei adorati gettoni, perchè stava giungendo il fantascientifico modello che accettava anche le monetine:


e ovviamente arrivando un nuovo modello di telefono serviva adornare le nostre piccole città quasi medievali con una nuova fantastica segnaletica dal concept grafico innovativo e futuristico:


ora tutti colpiti da questa fantastica innovazione possiamo passare al primo grande, vero telefono pubblico. Quello dove passavo ore a dettare la formazione del fantacalcio (io che parlavo di calcio??? naaa ero giovane scusatemi) o a chiedere i compiti alla ragazza carina del terzo banco nella speranza che venisse a prendere un gelato dopo i compiti:


che ovviamente fu accompagnato da una nuova frizzante, accattivante, ricca segnaletica stradale:


ma l'arrivo di queste ipertecnologiche cornette telefoniche sancì anche l'estinzione dei miei amati gettoni. Al posto dei quei simpatici cerchi color bronzo, giunsero LORO, le tenute e plastificate:


queste mitologiche carte pre-pagate erano usate a nastro continuo specialmente quando si finiva in vacanza (qualcuno ha detto falò, spiagge, chitarre e ragazze-che-non-ti-pensavano-neanche??!) e si doveva chiamare casa (#credicichechiamo).

Fortunatamente negli anni l'arancione è andato in pensione ed è stato sostituito da questo modello usato pochissimo:


che ovviamente si portarono dietro una nuova interessante gamma di schede pre-pagate (che in vita mia avrò visto una sola volta) (#magiachiamatacellulare):


ed ora mentre i miei fedeli pink floyd cantano di un bel muro, io vi racconto qual'era la situazione domestica del mio amato apparecchio chiamato telefono. Iniziamo dalle basi (dannata rotella):

che fu rapidamente (#credici) sostituito dal semplice e rapido (comporre un numero aveva finalmente una tempistica umana):

penso di aver passato la vita incollato a questo tipo di telefono, mentre rincorrevo sogni, compiti in classe e cassette con i cantanti più melodici che mai.

anzi penso di aver lasciato casa mia quando ancora esisteva questo telefono. soltanto anni dopo, ho guardato con aria curiosa questa aberrazione tecnologica sul comodino di casa dei miei genitori:



alla fine però la mia vita da lavoratore-fuori-sede e di emotivo/stronzo-a-distanza è stata scandita da una sola immagine:


Ora tra queste polaroid ci ho speso più sentimenti di quanto possa trasparire dalle parole.
Forse le parole anzi in questo post sono state frenate, messe in un angolo, perchè forse ci sono cose che hanno bisogno di tempo prima di tradursi su di una tastiera, o forse perché voglio lasciare per una volta spazio ai ricordi visivi.

Ora il tempo ha tracciato il confine su cui debbo adagiare un bel FINE, ma prima di salutarvi miei amati 42 lettori, lasciatemi dire che oggi più che mai ho provato davvero a mettere tutti i ricordi nella scala di valori giusta nella libreria dell'emozione, o molto più semplicemente anche oggi ho provato a Mettere Ordine in Casa.

sabato 25 febbraio 2012

[diario]: di Bologna, di viaggi, di amici... della vita(mina)

Gentili Tutti,

torno a scrivere un post da un treno dopo tanti anni.

Ho sempre pensato che i treni fossero il luogo dove le persone cullate dal dondolio della velocità su binari, riescono a lasciar spazio ai ricordi nei propri pensieri.

Sarà che forse i finestrini come film monotoni ma incantevoli concilino il perdersi nei ricordi dei passeggeri che hanno la buona educazione di dimenticare il cellulare.

Il mio viaggio di oggi non è di lavoro, ma di piacere, ed uno di quei viaggi che si compiono per salutare una partenza.

Anzi meglio per celebrare una partenza. Molti di voi avranno notato la fascetta che troneggia nel head di questo blog, che recita “I love bologna”.

La fascetta non è lì per motivi calcistici (schifo il calcio e trovo le partite di una noia mortale) ma come ricordo della città dove vive una parte della mia famiglia acquisita.

Nei primi anni del nuovo millennio, mi sono trasferito a Bologna, inseguendo il sogno di uno stage nel mondo dei fumetti. Ho lasciato Napoli, in corsa, di fretta, come quando si esce di casa per comprare un pacchetto di malboro light, per cercare di realizzare i miei sogni infantili.

Ho rinunciato ad un lavoro a Tel Aviv e sono partito per il capoluogo dell’Emilia-Romagna,per il capoluogo dei fumetti, per il capoluogo dei miei futuri. Arrivato nella città ho vissuto per qualche tempo nella solitudine di un collegio per lavoratori (in buona parte muratori di 40 anni che vivevano bologna come terra promessa in cui cercare un lavoro all’alba degli anni della grande crisi italiana) in periferia. Dopo nove mesi,dal mio arrivo da fuori-sede-in-ritardo Bologna era diventata coperta dalla fredda neve che io conoscevo solo dai film-tv del pomeriggio di canale 5, io ero coperto da un lavoro (lo stage si era per magia trasformato in un contratto) ed io stavo solcando la soglia di una casa in via del Chiù, per fittare una camera grande come un ripostiglio, ma ai miei occhi biblioteca infinita e perfetta per archiviare i prossimi anni della mia vita disordinatamente.

In quella casa avrei trovato gli amici, i fratelli e L’unica RagazZa. Certo nei fazzoletti di liberta che la passione per il mio lavoro mi lasciava sporchi in camera non c’era molto per costruire amicizia ed altro, ma il calore, le litigate, le convivenze forzate avevano trasformato le mie domeniche in tavole imbandite con tovaglie tutte diverse e mai troppo grandi, in piatti di plastica e bicchieri unici e mai uguali (neanche in coppia per sbaglio) di nutella, lavatrici a turno, sigarette fumate di nascosto, nessuna solitudine ed un citofono che suonava più di roger waters ubriaco con mille voci che rispondevano semplicemente:IOOOO.

Erano gli anni in cui A. il prode pastore, Dsan e la dieta del dott. Yamanaka, Il capitano di vita Jean Luc, M. l’uomo con la-ciolla-in-mano, F. la ragazza di cagionevole salute e M. la vicina, si erano uniti a me per creare il più eterogeneo, fancazzista, casinista, ben assortito gruppo di supereroi che per semplicità e affetto chiamo famiglia acquisita (per la modica cifra di 5 euro!).

In quegli anni avevamo eletto a nostro luogo di culto il locale finto caraibico Characol,dove anche se non ordinavi niente potevi finire ubriaco a ballare sui tavoli, e in cui le nostre vite si sono shekerate tra sorrisi, alcol e conoscenze diventavano affetto.

Tra 15 minuti il mio treno entrerà nella stazione della memoria di Bologna, ed io mentre sbircio i finestrini alle spalle di chi si è dimenticato il cellulare accesso e vicino alla bocca, posso distinguere tra le luci distanti che scappano verso milano e le ombre colorate degli altri passeggeri riflessi, le passeggiate ubriachi alle 5 del mattino sotto i portici, i film scaricati con emule e visti sulla tv a tubo catodico, gli stendini pieni di calzini e boxer infilati nel corridoio come auto in doppia fila all’ora di punta in pieno centro a Napoli, i pianti in cucina in ci raccontavamo la vita prima di bologna, gli abbracci dopo i giorni sbagliati e le serate stronze, le t-shirt assurde scambiate al color rosa indossate nella noia delle domeniche pomeriggio, le spese in gruppo al supermercato fatte al 98% d’alcol e soprattutto le solitudini quelle in cui non parli ma i tuoi amici ti leggono, quelle che avvengono dopo le brutte telefonate a casa, quelle che non condividi ma che gli altri capiscono prima di te.

Ora il mio flashblack dissolve in bianco e sono ancora seduto nel mio freccia rossa, lamia vita è cambiata, e noi forse siamo maturati, forse siamo cresciuti, siamo diventati fragili e distanti, vittime felici delle nostre scelte, le mie sbagliate, le loro sempre speciali con me.

L’affetto non è cambiato,la mia vita si, ma 200 kilometri non mi tengono distante dalla famiglia, e poi questa sera abbiamo da festeggiare, anzi da celebrare, e state sicuri che domani qualcuno dovrà reclamare,per tutti insieme non smettiamo mai di urlare che quando siamo insieme siamo come una fantastica famiglia a Natale.

Vi ho scritto di me, forse cosi per condividere o come sempre per Mettere Ordine in Casa.

(igor non mi sono dimenticato di te... dai forza con la polaroid strappa lacrime napuletane stile Romanzo Criminale)




PS: siamo io (quello senza capelli), il freddo ed il libanese. Ne mancano ancora due ma arriveranno... dall'altra parte sono pingoni.

mercoledì 22 febbraio 2012

[Classe-76]: I voti sul foglio protocollo (ragazzi domani compito in classe d'italiano!)

Gentili Tutti,

inizio a scrivere questo post mentre pochi minuti mi dividono dal mio amato giovedì.

La notte regna sovrana in casa mia mentre i led zeppelin suonano il sussidiario della storia del rock in soundtrack, mentre io cerco di trovare calore immerso in una piscina di mille coperte colorate e disordinate che mi coprono in uno dei miei momenti decisamente "brutti".

Oggi a grande richiesta faccio tornare a casa una delle rubriche che maggiormente amate (#credici): [Classe-76].

L'argomento di oggi giaceva depositato nel hard disk da quasi una settimana, ma una forza invisibile (chiamata pigrizia) non mi permetteva di riuscire a trasformare in flusso di coscienza le polaroid che (dis)ordinatamente accumulavo sul mio desktop, e così solo la poca voglia di dormire di questa sera mi ha dato la forza (usa la forza Luke!) di vincere il lato oscuro e scrivere questo post.

allora bando alle ciance (e anche alla cialde, specialmente, quelle alla nutella) e diamo ufficialmente il via ad una nuova lacrimevole puntata di [Classe-76]: I voti sul foglio protocollo (ragazzi domani compito in classe d'italiano!)

allora facciamo che andate ancora alle medie, e che il calendario del vostro pc marchi ancora 1990.
La sveglia è puntata alle 07.00 del mattino e lo zaino è pronto dalla sera prima nel corridoio di casa. La mamma ha ancora il latte caldo al mattino e voi siete come sempre svegli per sbaglio e avete zero-virgola-zero-zero-zero voglia di lavarvi, cioè al massimo i denti ma solo se la mamma urla.

La scuola per me nel 1990 era sostanzialmente una gran paura, una paura che aveva il suo mostro più oscuro nei compiti in classe.
E tra i compiti in classe più malvaggi svettavano i compiti in classe d'italiano.

I compiti in classe d'italiano avevano un rito tutto loro. erano fatti di due ore di silenzio (in cui se ci fosse stata la possibilità si sarebbe dormito benissimo), un foglio protocollo comprato nella cartoleria-ladra-succhia-soldi e piegato precisamente in due dall'alto al basso.

Se poi la cartoleria-ladra-succhia-soldi era una sosta troppo lunga nel tragitto da casa a scuola, si ripiegava sulla mitica "spilletta". Nella nebbiosa periferia di Napoli, nel 199X, il termine "spilletta" veniva usato per indicare quei fogli protocolli da compito in classe strappati dal quadernone a righe che portavamo in quell'ammasso di pesantezza (Newton tu e quella dannata forza di gravità) chiamato cartella!.

Insomma che si avesse una pezzente "spilletta" o un foglio protocollo ufficiale (costo stimato dalla mia memoria non corrotta dai cubalibre Lire 200), il compito in classe restava un rito non troppo pesante in cui si scriveva per due ore, in bella e in brutta, un proprio singolare pensiero su di un tema interessate e felice di spunti creativi (tipo: alla luce dei recenti fatti di cronaca prova a raccontare le conseguenze che l'europa sta vivendo dopo la caduta del muro di berlino... e tipo il mio commento era: ma la maestra conosce i pink floyd? vuole un tema sui pink floyd? ma io so solo The Wall, e neanche tanto bene, visto che ho visto il film per sbaglio pensando fosse un cartone animato, ma alla fine c'era solo la musica dei grandi e mi ci sono annoiato tanto... bah!).

Cmq le due ore passavano senza forti drammi emotivi, ma l'ombra nefasta del compito in classe non si esauriva in quel rito sacro di due ore, aveva un prolugamento ben più terribile: la consegna dei compiti corretti.

Un paio di settimane dopo, la prof.ssa tornava in classe, e con aria sfatta, tirava fuori dalla borsa (mai uno scippatore al momento giusto a napoli eh???!!) i compiti tutti legati tra loro da un elastico giallo, e a quel punto con il sadismo tipico di un nazista masochista satanista sociopatico (che allevava tirannosauri nelle culle dei neonati) consegnava i compiti a tutti noi annoiati studenti, mostrando con fierezza il dorso del foglio protocollo dove svettava la scritta rossa recante il nostro voto.

Per quelli, che la penna era l'invenzione che non avevano mai capito il voto fisso era:


Per quelli che come me le doppie, i congiuntivi ed i verbi erano il libro proibito degli etruschi, il voto di solito era:




Per quelli invece che avevano mediamente ascoltato le lezioni in classe evitando di disegnare sul banco nuove lingue (come me), il voto era:



Per quelli che copiavano con coscienza dai compagni di banco secchioni, il voto era (e il motorino era già parte delle loro vite in terza superiore):




Per quelli che il Signore aveva scelto come Popolo Eleto, dotati di genitori acculturati e con la maestria della scrittura senza errori grammaticali, il voto era:



Per quelli secchioni da cui tutti copiavamo, il voto era (schifosamente) questo:



Per quelli che va beh ma se sei un genio che giudaballerino ci vieni a scuola con noi normali sfigati, il voto era:




Non so voi, ma io ero abbonato sotto il sei, e ogni visita di mia madre a scuola era un mio pianto fino alla seconda liceo.

alla seconda liceo ho compreso il senso di responsabilità che dovevo avere nei confronti dei miei genitori, dell'istituzione centenaria chiamata scuola, dei professori, e della mia intelligenza, e quindi ho iniziato a studiare.... come copiare meglio e vivere felice facendomi le canne nel bagno sognando amori di ragazze che a stento si rendevano conto che appartenessi alla loro stessa razza animale.

con il tempo poi il compiti in classe sono diventati esami, ed io mi sono ritrovato con troppi 30 sul libretto e con il sogno di diventare invisibile facendo il bassista a londra... ma questa è una storia diversa, e per oggi basta così, che ho già fatto abbastanza per Mettere Ordine In casa.



martedì 21 febbraio 2012

[diario]: ragazze-fuori-sede


Gentili Tutti,

la pioggia confina il grigio di Milano ad un'atmosfera d'autunno, mentre io lascio scorrere la mattina di un bel ricordo di lunedì sulla pelle bagnata.

Il sole sembra aver trovato la sua casa ideale in un altro cielo, ed io guardando la vita girare come un film dietro i finestrini bagnati del taxi in cui viaggio, non posso astenermi dal fare riflessioni tristi e stupide sulla mia vita.

Questa mattina, m'incatenavo come sempre alle nebbie del sonno verso le 6.15, cercando un traino d'alzata che mi liberasse dalla voglia di restare a letto tutto il giorno, ho alzato in dolby le voci (in rigorosa e sacra differita) di Linus e Nicola.

Non so voi, miei cari 42 lettori, ma qui le mattine sono fatte di sogni che si dimenticano in fretta appena svegli, e di una vita che si colora di corse, tram, caffè, tosse, what'sapp, playlist (che non riesco mai ad aggiornare... Uff... Ma quando carico l'album de "Lo stato Sociale"??!!), silenzi da mezzi pubblici, twitter, letture (a fumetti da parte mia), e colazioni saltate.

In questi giorni leggevo in bel blog made in UK le abitudini che mancano a chi la propria vita l'ha trasferita in nuove posizioni di google maps.

E mi e' partito un flashback modello Memento ma senza bianco-e-nero o tatuaggi da scoprire.

Ho ricordato la semplicità' di essere "fuori-sede" che avevano alcune ragazze di cui ero amico ai tempi dell'universita' (ma anche del grande real, di happy days, di ralph malph... Ops no quelli erano gli anni d'oro).

Non so se sia capitato anche a voi, ma per me quelle "ragazze-fuori-sede" erano una scoperta.

Non erano le fidanzate da passare a prendere il sabato pomeriggio per il giro in centro paese, in cui il massimo del dialogo erano le sue distratte (per te) chiacchiere sulla zia-cugina-che-poi-sai-che-ma-ti-ricordi-di-lei-la-domenica-di-pasqua-natale-etc-etc, in cui il tuo pensiero da maschio dominante era solo per (nell'ordine):

1 - la partita di resident evil 2 che hai lascito in "pause/still" sulla plaistascioon (sul pentimu 5 comprato a rate da tua madre e tuo padre seguendo le tue insistenze che senza non si poteva studiare all'università);

2 - quel numero dell'uomoragno che è bello bello e che c'era kraven il cacciatore e maryjane, e poi quella roba di tigre tigre che ti faceva sembrare belle le lezioni di letteratura inglese del liceo;

3 - il passare più tempo in libreria, perchè... mhmm... non sai perché ma ti faceva stare bene pendolare senza acquistare in quel luogo pieno di cultura (anche se tu al massimo avevi letto IT di stephen king, il giovane holden e jack frusciante è uscito dal gruppo);

4 - al fatto che era tardi, che magari volevi andare a casa, o forse boh, era tardi in generale e tutto non ti bastava più.

Le "ragazze-fuori-sede" erano quelle che avevano casa loro da visitare, una casa senza la figura dei genitori che poi facevano sembrare tutto più serio e precario, una casa in cui il letto era sempre sfatto e non aveva mai le lenzuola in coordinato, una casa in cui i mobili erano liberamente poco abbinati, ed in cui l'intimità di una ragazza (intesa, come trucchi, vestiti, libri, assorbenti) era disordinatamente visibile.
Erano case senza filtro, in cui l'adolescenza era presente nei ricordi o nelle foto attaccate al muro o su di un vecchio cartone maxi della Bristol, e tutto aveva il sapore della libertà dalla cameretta con le reminiscenze disney che avevano lasciato nella Casa, quella vera, quella dei genitori, quella in cui si tornava una volta al mese.

In quelle case ho scoperto la musica che non era più il rock da liceo, in cui i nomi dei gruppi erano reminiscenze anni '70 portate con disinvoltura nei cd sparsi sul comodino accanto al letto.

In quelle case ho scoperto il lato bello, meno costruito, più fragile ma più interessante delle ragazze.

In quelle case ho tinto i capelli di biondo, solo per ritrovare il parrucchiere di mia madre che mi faceva la tintura tra le risate soffocate degli avventori del mio piccolo paesino di provincia, quello stesso piccolo paese distante anni e anni luce e curvatura da quelle case culturalmente intriganti e disordinatamente ammirevoli.

quando 9 (e dico NOVE, chi offre di più, nove e uno, nove due, nove e tre! l'asta viene vinta dal signor V., che ritira un bel pacco di ricordi formato famiglia) anni fa andai a vivere da solo, ricordo ancora la prima valigia, rotta, fuori moda ma così dannatamente da "ragazzo-fuori-sede" che mi stava accompagnando nella città per eccellenza dei "fuori-sede": Bologna (=la mia altra, unica e dolce famiglia).

Da quel momento la mia vita sarebbe diventata disordinata, incasinata, con i poster alle pareti ed un cd degli smiths nel pc per ricordare a me stesso che alla fine dei conti, anche io ero diventato un vero, sincero ed incasinato "ragazzo-fuori-sede".

Ora la mattina, porto la giacca e la cravatta, sorriso con lo stereo nelle orecchie e (provo #credici) a vestire coordinato, ma quando sul glorioso tram numero 2 vedo salire una ragazza, con i vestiti poco abbinati, il capello un po' troppo grande, i guanti colorati ma tagliati (come una novella bassista) e poco trucco, non posso fare a meno di sorridere pensando a quanto ho imparato, di quanto quei ricordi non siano spariti, ma stiano lì ad attendermi, insieme al sogno de L'unica RagazZa mentre cerco di fare apparire la mia casa non più come l'emulazione di un appartamento "fuori-sede" ma come un Casa vera, una Casa dove i consigli urlati di mia madre e quelli dei silenzi di mio padre mi aiutino a sempre a Mettere Ordine in Casa.

(igor già sai quale polaroid passare.... pleaseeeeeeeee)








domenica 19 febbraio 2012

[Alta Infedeltà]: i migliori locali notturni: Fellini di Milano


Gentili Tutti,

la mia casa finalmente ha una temperatura tropicale ed io ho finalmente deciso di mettere la sabbia sul pavimento per aprire un attività di vendita mojito sulla spiaggia. Ovviamente il mare lo si vede solo sul monitor da 42 pollici in HD, ma per il resto il mio mojito fa veramente schifo, quindi tutti in fila, scontrino alla mano e fate le vostre richieste alcoliche.

Oggi la domenica è andata via piena d'impegni (#credici), ma alla fine ho trovato il giusto tempo per perdermi nell'aggiornamento del mio favoloso (#credici) blog.

In soundtrack ci sono i miei immortali pink floyd con la celebre "time". Se non avete idea di quale componimento musicale io stia parlando, beh c'è youtube, quindi filate e lanciate la ricerca, poi rilassatevi, accendetevi una paglia e continuate a leggere questo blog.

Come avrete capito oggi torna la vostra amatissima (#credici) rubrica [Alta Infedeltà]: i migliori locali notturni.

Ma ora che la noia della domenica mi spezza la voglia di uscire di casa, e nessun nuovo videogames mi regala momenti di puro fancazzismo collassatevi con me in questa nuova meravigliosa puntata che vi permetterà di rispondere alla domanda che da secoli attanaglia la mente dei giovani di tutto il mondo: che senso ha la vita? che facciamo sta sera?

quindi bando alle ciance (non dicevo ciance dal 1987... brrrr) indossate le vostre coccarde colorate ed entrate in fila nel mio nuovo delirio scritto: [Alta Infedeltà]: i migliori locali notturni: Fellini di Milano.

Dove: allora usate google, fermatevi sui banner porno, e poi selezionate il sito ufficiale della discoteca. dopo aver selezionato l'indirizzo fate copia/incolla su google maps e fate la scoperta che la discoteca Fellini, in realtà non si trova a Milano ma in una sua sperduta provincia. Ora la disco ha un parcheggio così ampio che ci potrebbero costruire un campo da calcio, e così potrete realizzare il vostro sogno di parcheggiare davanti all'ingresso (ovviamente in doppia fila) da bravi discepoli di un blogger napoletano.

Musica: allora, come tutte le discoteche serie il Fellini ha tre sale, ed in ogni sala c'è musica differente. Personalmente nella più piccola troverete il giusto mix di musica tamarra e musica tamarra, che vi permetterà di urlare e saltare come volete e per quanto volete. Io da piccolo passavo le ore davanti al mega specchio che i miei genitori avevano in camera da letto mimando le mosse di Axl Roses (che infanzia brutta eh??!!) per sentirmi figo, all'epoca mi sentivo un piccolo deficiente (ora sono un grande deficiente invece) a fare ste cose assurde, ma nella saletta piccola del Fellini posso farlo in pubblico e senza vergognarmi, quindi se anche voi avete avuto un'adolescenza come la mia state piombati nella saletta e divertirvi come dei grandi deficienti.

Gnokka: FDL= figa di legno! ma di legno vero, quello massello, quello delle cucine promozionate nella televendite di quando eravamo ragazzi, quello della Scavolini con tanto di cuccarini annessa. Quindi gran belle gnokke, davvero vestite bene, in tiro da paura, tutte con i capelli piastrati, la ceretta fatta, l'abito nero cortissimo, il tacco d'ordinanza, ed il trucco leggero ma presente, insomma bene bene o meglio tanta roba. Il problema è solo uno, scordatevi che vi possano mai rivolgere la parola, se non siete gli hombre del punto successivo siete praticamente invisibili.

Hombre: uguale alla voce precedente ma solo al maschile. gli hombre sono tutti fighi, tutti barba incolta, vestito da tronista, fisico da passo una vita in palestra, e camicia iperfasciante per tenere in evidenza il lavoro della palestra.

Alcol: allarme rosso. Ripeto Allarme Rosso. da ora siamo ufficialmente in Defcon 4!! Qui l'alcol è poco, e costa ben 10 eurissimi al bicchiere. Tecnicamente la situazione è l'inferno in terra. Ora, avete presente quello che diceva la buon'anima del poetissimo Milton? meglio regnare all'inferno che servire in paradiso ecco... è una redhotchilipeperata di proporzioni assurde. Al Fellini, andare a bere è totalmente inutile, quindi bottiglie nel bagagliaio dell'auto che avete parcheggiato in doppia fila davanti al locale, e via di rum a canna!

Scenografia: ma chi giudaballerino guarda la scenografia se ci sono le fighe di legno e i tronisti da guardare??? daiii datevi una mossa ed incollate gli occhi alle minigonne o alla camice che fasciano la spalla larga. Il contorno in cui si muovono vale, quanto le verdure bollite mangiate in pausa pranzo del lunedì per via dei sensi di colpa della domenica.

Smoking-room: all'esterno vicino ad una bella piscina. Che cioè è anche un bel vedere, ma guardate che qui uscire per rimorchiare è come pescare nella fontana della villa comunale della vostra città, cioè non è solo stupido ma è da minchioni, oltre che totalmente inutile.

Allegria: c'è! qui tutti sorridono, tutti sono felici, qui tutti alzano le mani al cielo a ritmo di musica, qui sono tutti scatenati e vibranti, MA non lo saranno MAI con voi. quindi se ci andate per ballare in gruppo con gli amici ok, ma se avete più di 13 anni e avete fatto lo sviluppo (caro-guarda-la-nostra-bimba-è-diventata-signorina-mentre-voi-piangete-credendo-di-morire-per-una-grave-emorragia-inguinale) che GIUDABALLERINO andate a fare in una discoteca a quindicigliardersettanta km da casa vostra solo per ballare come dei deficienti?!! date un senso allo specchio grande che avete in casa.

Voto: 4+ (ehi... ma scusa non ho più 16 anni e se volevo andare in disco per guardare non toccare, vuol dire che sono masochista!)

Controindicazioni: dopo un po' la noia domina, cioè dopo i primi 10/37 minuti potete passare il tempo a sbavare per la gente che vedete, ma poi.... iniziano gli sbadigli al minuto 43.3 state rimpiangendo il Goganga di brutto.

Se ci andate: o siete delle fighe di legno (e che giudaballerino leggete a fare sto blog allora) o siete dei tronisti (che non stanno leggendo questo blog di sicuro perchè sono in palestra e hanno perso l'uso dell'alfabeto) o siete dei masochisti (allora giudaballerini vostri).

TriderG7: è inutile che piangi al telefono perchè il jeans armani (comprato su una bancarella del mercato da tua mamma la domenica mattina) non ti entra, smetti di mangiare la pasta e di leggere se vuoi fare il tronista!

Cosa da fare assolutamente: tirare diritto quando il navigatore vi dice che siete arrivati alla discoteca.

Consigliato: quanto un attacco di emorroidi dopo 5 giorni di stitichezza!

Ingresso: 18 eurissimi se sei un tronista, 12 se sei una figa di legno. Per gli altri... boh... nessuno vi nota!

Se ci andate: non avete mai ascoltato i pink floyd (ed il remix di Another Brick in the Wall non vale, ti prego Roger Waters non perdonare loro)

Età: dai 18 ai 35. O almeno così presumo.. visto che come le sfingi nessuna mi ha rivolto la parola.

ed ora per finire un grazie ad Antonella, che oltre ad essere uno dei 42 lettori di questo blog (ma chi te lo fa fa'!) è stata la fanciulla che ci ha convinto ad andare al Fellini (e cmq ci siamo divertiti perchè siamo dei gran casinari tutti e 15) ed una menzione d'onore alla discepola delle mie lezioni su come sono veramente i maschi Antonellina, che ha coniato il giusto giudizio di sintesi su questo locale: Un acquario.

Ok gente anche per oggi ho fatto o almeno ho provato a Mettere Ordine in Casa, quindi vi saluto e vi auguro i migliori hangover della vostra vita! (igor non mi sono dimenticato di te... forza schiavo carica la nuova polaroid!!! in fretta!!!)


venerdì 17 febbraio 2012

[The Versatile Blogger]: 7 cose di sé

Gentili Tutti,

mentre mi appresto a scrivere questo post sono le 03.45 del mattino.

Casa mia è entrata in simbiosi con il freddo e slimer (quello di ghostbusters) ha deciso di traslocare per andare a vivere al polo nord in quanto poco felice delle condizioni climatiche in cui versa la mia casetta rossa e blu.

Erano giorni in cui volevo scrivere un nuovo post, ed ero pronto a lanciarmi in un bellissimo [Classe-76], ma purtroppo complice i troppi voli in aereo (e di fantasia), il cubalibre del buon vecchio zio Valentino del Goganga, uno shottino al rum del medesimo Valentino di cui prima, e 24 ore sveglio (ma tutti i set aprono alle 7 del mattino??!!) come Jack Bauer, sono finito a surfare tra i miei blog(ger) preferiti e così mi sono ritrovato a partecipare al rito del [The Versatile Blogger] grazie al rimando de Memorie di una Vagina.

Assumendo che le poche ore di sonno e il cubalibre (di cui sempre sopra) mi rendono eccessivamente filosofico, ecco a voi le 7 cose che so di me (o almeno credo di sapere):

1 - ho 35 anni e faccio il lavoro che ho sempre sognato. Ok mi spiego meglio perché così sembro troppo kryptico (sono nerd ma questo è ovvio ed è uno Spoiler dei punti successivi). Quando avevo quattro/tre (per la precisione cercate oltre) anni e la gnokka ed il mondo erano problemi con cui non dovevo ancora fare i conti, ero inappetente (insomma nu tenev vogli e magnà). Così mio padre operaio Alfa Lancia di Pomigliano d'Arco - ridente (solo in caso di gnocchi) cittadina in cui non ho mai vissuto - prima di iniziare il turno delle 14.00 per convincermi a fare uso (improprio) del cibo mi leggeva un fumetto dell' UomoRagno (spiderman se siete nati dopo il '90). Ebbene quel fumetto mi ha spinto a piangere dopo l'uscita di casa di mio padre per il turno delle 14.00 di cui prima, perché volevo che mi leggesse altre storie invece di andare al lavoro. Passavo le ore dietro la porta di casa mia sfogliando quel fumetto incantato dai disegni sperando che per magia mi facessero ancora ascoltare la voce di mio padre (che cmq sarebbe tornato per le 23.00 della notte=fine turno in fabbrica). Quei giorni sono diventati anni e così mi sono ritrovato la casa colma di fumetti (o meglio i fumetti con tracce di casa intorno) ed il sogno di produrre (non scrivere, non disegnare, ma PRODURRE) nuove storie per smettere di piangere, e così ora mi trovo a lavorare in un canale tv per bambini, immerso nei cartoni animati e nei telefilm.

2 - Credo in Dio. Sono Cattolico. Credo nella Chiesa, nei preti e tanto altro, ma soprattutto Credo di non stare a questo mondo solo per cazzeggiare, ma anche perchè qualcuno molto in alto ha un progetto per me e la mia Vita.

3 - Sono un nerd, amo i fumetti, le serie tv ed i film. Parlo e scrivo vivendo con le citazioni del mondo immaginario creato da abili sceneggiatori. Piango e sorrido per storie inventate, e se mi volete vedere felice provate a guardare i miei occhi mentre leggo un fumetto.

4 - La Famiglia è il Dono più grande che ho ricevuto, senza di loro sarei perso. Ma la mia famiglia non sono solo i miei consanguinei, ma tutti coloro che nel tempo hanno viaggiato con me ad 88 miglia orarie sull'autostrada della mia vita. Tutti coloro che sparsi per l'Europa e per il mondo sanno che è il momento di sorridere e lasciarsi i problemi nello zaino, e quindi di gridare FIESTA.

5 - Sono uno stronzo in (alcune) occasioni (sono un maschio quindi mi pare ovvio), e allora... pochi commenti e filare al punto successivo.

6 - Amo la musica, la suono (male) ma l'ascolto sempre. La mia vita è un videoclip musicale ed il soundtrack oscilla tra mille motivetti. Ma se proprio volete sapere cos'è per me una canzone, ascoltate questo, e poi tirateci su un misto di rock-punk-indi-rap-e-ballate-come-vi-pare-ma-cmq-sorridenti.

7 - ho deciso di mettere ordine in casa, e per questo ho aperto questo blog. cosa voglia dire mettere ordine in casa, beh vuol dire semplicemente provare ad essere migliore del punto 5 e guardare al mio passato cercando di maturare, perché alla fine tutto il resto è una mustang a finestrini abbassati, con una paglia tra le dita, il sole al tramonto davanti ed una canzone di cui posso urlare le parole a memoria.

Ora fermo il mio flusso (di stupida) coscienza e passo la palla a 15 blogger che rendono migliori le mie giornate mentre realizzo ogni giorno i miei sogni al lavoro:
















Ok orasi è fatta una certa per citare il Doc, ed il cubalibre è fluito nel panta rei, quindi tocca a voi, anche perchè io oggi, dal mio punto di vista strambo, ho provato a Mettere Ordine in Casa....

lunedì 13 febbraio 2012

[diario]: un weekend di vita per tacere del flusso di coscienza (il flusso canalizzatore non è pervenuto)

Gentili Tutti,

il weekend è finito. Ed io sono personalmente felice di come sia trascorso.
La neve continua ad essere elemento scenografico nella mia Milano, ma il freddo si percepisce meno, anche se i media raccontano di weekend da polo nord.

Ora tralasciando discorsi sul gioco del polo a cavallo nel nord del mondo, che sembrano essere figli di troppe serate a guardare Zelig (off), lascio scorrere l'anima sulla tastiera del mio Sony Vaio, e cerco di trovare un senso a questo mio registratore magnetico, per conservare con ordine quanto è accaduto nel fine settimana.

il venerdì sera è iniziato verso l'una di notte, in compagnia della solita calca di gente che affolla il goganga. Il cuba libre ha trovato il suo spazio al posto del long island in quanto mi sembrava opportuno iniziare a bere responsabilmente, mentre la playlist del noto locale milanese è ormai diventa una poesia che potrei recitare a memoria sulla sedia di paglia che mio padre usava come improvvisato leggio per me durante le feste di Natale.

Ormai manca poco che io salga direttamente in console e con fare da sincero deejay provi a dare una svolta ritmica alle serate di molti milanesi [Classe-76].

La serata al goganga è stata lucida. Lì dove tutto in passato assomigliava ad una clip di "Paura e Delirio a Las Vegas" caricata di corsa su Youtube, questa volta il tutto ha avuto il sapere di un film italiano con la regia di Muccino.

No so se capita anche a voi, ma a volte io leggo i ricordi degli attimi che sto vivendo con una regia che omaggia (anche troppo) le scelte registiche del buon vecchio zio Muccino.

I dialoghi sulle nostre esperienze passate, le pause, le risate condivise, le paglie offerte mentre la musica sfuma in sottofondo, e gli sguardi al cielo, che non è sempre una bella notte d'inverno ma anche una tettoia di ex magazino che trova nuova vita in una forma da discoteca alternativa.

Mentre si ride, con chi magari si è conosciuto da poco o quando ci si trova a vivere un pezzo di sogno raccontando del neorealismo ritrovato nel "Piccolo Principe", spesso ho la sensazione che ci sia un braccio o un dolly che inquadri la scena, muovendosi dal basso verso l'alto accompagnando i miei dialoghi fino alla dissolvenza in bianco mentre le mie parole si fondono al coro greco che fa da rumore di fondo alla serata nel magico goganga.

C'era un tempo (e forse ci sarà ancora) in cui credevo nelle promesse, come dirsi (seguendo rapidi la vita): magari ci vediamo la settimana prossima lì.

Una vita fa credevo a certe promesse, poi con gli anni ho smesso; mi piace pensare che il dolore tracci i confini dei nostri sogni, e raccoglie i cocci dei ricordi in vasi da dimenticare negli angoli bui colmi di troppo rum.

Ma venerdì scorso ho scoperto che alcune promesse vivono ancora, e che infondo i cocci possono essere cubetti di ghiaccio in un vaso di rum che assomiglia ad uno shottino da bere tutto d'un fiato mentre si dice Fiesta con Valentino al goganga.

Il sabato e la domenica sono state un'unica grande giornate, interrotta dal sonno ma non dalla piacevole compagnia. Le ore spese tra cuba libre e racconti di vite miscelate insieme ha distinto il sabato, insegnandomi ancora una volta il valore di questo percorso personale che mi condurrà ad avere una casa ordinata.
La domenica mi ha visto all'opera nel dare ordine fisico ad ogni lugo della mia casetta rossa e blu, mentre provavo un seguito al bellissimo sabato.

Il resto si perde nella più bella citazione di sempre: (igor se vuoi mangiare passa la polaroid)


no aspettate non è questa... ehm... volevo dire questa: (igor e non sbagliare questa volta che ti taglio le mani sinistre.. )

e così anche per questa volta è tutto, mi raccomando gente tenete le vostre adrenaline al massimo, e non annoiatevi se questo post è stato inutile, palloso e senza senso, ma cercate sempre di leggere il flusso di coscienza che avete dentro, altrimenti non riuscirete mai a Mettere Ordine in Casa

giovedì 9 febbraio 2012

[Alta Infedelta]: i migliori locali notturni: Portnoy Milano (si insomma da Warner)



Gentili Tutti,

mi sono lungamente interrogato su cosa scrivere oggi, e alla fine ho deciso per la famosa (#credici) rubrica [Alta Infedeltà]. La ragione è semplice, mi sentivo di buon umore anche se la giornata ha avuto i suoi alti e bassi, ma fidatevi nulla che un buon cartone animato non possa curare per bene.

Il locale di cui mi appresto a dare inutile interessante descrizione è un locale speciale non solo per l'alcol... (ok questo è uno spoiler), ma perchè in esso ho costruito in questo ultimo anno le mie amicizie a Milano.

a milano ci vivo da soli due anni e tra i dolori di cuore (che fa tanto giovane Holden, ma che di solito mi tengono sveglio la notte) e tanto sogno che si chiama ufficio, solo nell'ultimo anno ho costruito un ponte emotivo che si avvicina al legale familiare che ho con i miei amici di Quarto e di Bologna.
Il gruppo con cui passo le serate, è bello frizzate e mediamente nerd il giusto (grazie nico di aver passato tanti pomeriggi alla tv come me nell'infanzia), con loro al di là delle serate di spacco e risate, mi trovo protetto, sicuro e a-modo-mio.

Sapete bastano poche situazioni a farmi comprendere che sono accettato, pochi gesti, che con una frazione di silenzioso movimento raccontano più di mille parole. a volte penso che serva questo nella vita, un gruppo di amici, con poche menate, ma sempre pronti a farti sentire uno di loro, anche se "loro" si conoscono da 15 anni e parlano una lingua assurda (il siciliano), e anche se tu sei caduto in quel gruppo per sbaglio una sera come tante.

Ma ora bando alle ciance, fate entrare i ballerini bulgari nani depilati e le scimmie con le disfunzioni rettili, perchè questo è il più grande spettacolo dopo dopo il big bangSpiderman 2, signori e signore, gnokke ed hombre ecco a voi: [Alta Infedelta]: i migliori locali notturni: Portnoy Milano

Dove: qui non si può fare uso di google in maniera indiscriminata perchè la tecnologia è avversa al locale, e quindi mi tocca spiegarvi esattamente dove si trova quindi che palle iniziamo con gioia: avete circa trent'anni e vivete circa a milano quindi di sicuro conoscete le colonne di San Lorenzo, se però non conoscete le colonne di cui prima... beh ... ma scusate a milano da quanto ci siete??? va beh.. cmq andate verso il Duomo (si quello di oh mia bella Madunnina.. e canzoni varie), restate stupiti per un attimo della vista, e poi chiedete a qualche edicolante (i detentori assoluti della conoscenza universale per me) dove si trovano le colonne di cui sempre prima.

arrivati alle colonne, sedetevi con calma, bevete una birra fumate una paglia, conoscete qualcuno parlando del più e del meno e poi... con fare da Sherlock Holmes chiedete dove si trova: via Molino delle armi.
Una volta lì, arrivati al grande incrocio di molino delle armi, tenendo le colonne ormai celebri alle vostre spalle, guardate a sinistra.. c'è una delle tante edicole di Milano (la notate per la scritta
il giorno in bella presenza). ok fatto? ora senza spostarvi ruotate la testa verso destra, passate la strada e leggete l'insegna del locale: Portnoy (ma si dai che la vedete si trova scritta male in trasparenza sulle vetrate). Ok ci siete riusciti, complimenti ora procuratevi due litri di colla, 15 km di nastro adesivo ed un paio di.. ehm... ok stavo sbagliando... basta finito siete arrivati: Bravi (e dito medio al GPS).

Musica: bella domanda, qui la musica c'è poco, anzi zero e di solito è sempre lo stesso cd masterizzato (che fa tanto anni 90) con le hit del momento passato dell'anno scorso appena mai trascorso. Insomma roba che conoscete a memoria, ma tanto la musica non ha senso in questo locale.

Gnokka: fancazzista nata. Qui c'è il mondo intero, nerd, hippster, punk, fighetta di legno, ballerine, mime, rocker, isomma quello che ve pare. tanto qui conoscere gnokke è impossibile... come direbbero in quel capolavoro di PKNA... poche ragazze da quelle parti (o se ci sono non interagiscono... non che sia un male tanto in questo locale ci venite per altro).

Hombre: uguale alla voce precedente ma solo al maschile.

Alcol: Fermatevi nella recensione. Fermatevi nella lettura...oh FERMATEVI! ok bene... questo è l'unico motivo per cui dovete andare in questo locale. Il barista si chiama Warner (si come la Warner Bross, ma proprio uguale-uguale... cioè anche lui non vi produce un film neanche a pregarlo). il barista non-produttore, ha una spalla, di cui non ho mai capito il nome ma mi saluta sempre come se fossimo fratelli-cugini (per me si chiama Chico come quello di Zagor, ma
solo perchè sono un #nerd). Questi due uomini sono un duo di geniali harry-potter-harry-potter, e vi serviranno i migliori cokteilessss di milano, quindi payattention quando ordinate. Ma fidatevi di loro il rockekfuel ed il long-sialnd sono pura vida loca sparata a mille con sapore di adrenaline e vi caricano per la serata a 88 miglia orarie.

Scenografia: cioè.. sembra di entrare in un bar scrauso degli anni 60! l'arredo è pessimo, spartano, e di solito anche un pochino sporco, ma tanto a voi cosa interessa(???) siete lì solo per l'alcol.

Smoking-room: ampia, con ottimo sistema di aereazione, una scenografia fantastica, ma senza riscaldamenti. Praticamente non c'è uscite fuori dal locale se volete le vostre paglie da tossici.

Allegria: potete ridere, scherzare, mimare Godzilla, fingervi spagnoli, inginocchiarvi per ridere o brindare, non darete fastidio a nessuno. qui il libero arbitrio ha vinto, e l'anarchia è saldamente diretta dal re Warner. andateci in compagnia (bere da soli è inutile fidatevi), se poi Warner o chico sono in buona vi danno anche da parlare, e come sapete tutti farsi amico il barista è fondamentale per vivere sereni & bere gratis.

Voto: 9+ (ci state andando per bere non per fare altro, quindi il voto qui si esprime sulla funzione, e la funzione dell'alcol qui è It's over 9000)

Controindicazioni: quando avete finito di bere filate. E' inutile passarci altro tempo e poi spesso è anche molto affollato. Quindi tazzare e via in disco a spaccarsi di rock!

Se ci andate: gridate Fiesta, magari vi stringe la mano Warner e vi scambia per me (se non siete calvi/rasati a zero (#credici) abbiate almeno la dignità di mettere un cappello per coprire il bulbo).

TriderG7: ma come c'è la nebbia e non sei uscito di casa??? sei una palla di amico cmq se poi ti becco che sei online su World Of Warcraft, sono giudaballerini tuoi.

Cosa da fare assolutamente: quando brindate, portate i calici al centro, metteteli in colonna, inginocchiatevi e urlate FIESTA!

Consigliato: se non avete la sfortuna di essere astemi, è un MUST. Passare da milano e non visitare Warner è un peccato, come andare al Louvre e non incatenarsi per ore alla fumetteria vicino senza vedere i quadri.

Ingresso: se entri ordini, se non entri se fuori, e dito medio alle vostre belle liste del redhotchilipeppers.

Se ci andate: bevete, se non ci andate siete chiaramente astemi (e mi dispiace per voi ma ho saputo di una clinica in Svizzera che forse riesce a curarvi)

Età: Todo el mundo (di tutte le razze ed estrazioni sociali e anche del lotto)

come sempre a seguire la favolosa polaroid



martedì 7 febbraio 2012

[Classe-76]: la tv che c'era una volta (ovvero poche ragazze da quelle parti, eh?)




Gentili Tutti,

sono le 22.48 mentre mi appresto nuovamente a scrivere sul mio amato blog, dopo ben un giorno e mezzo di latitanza (e dire che sono napoletano quindi dovrei stare attento ad usare la parola latitante).

In questo momento la mia casetta rossa e blu versa in un freddo polare, ed una stufa a raggi gamma (se #credici) e l'impianto di riscaldamento domestico provano a chiedermi l'amicizia su facebook, ma purtroppo ho chiuso il profilo (e non per neve).

Il freddo e le distrazioni d'internet mi spingono a scrivere con lentezza il post, ma l'urgenza di mettere ordine in casa mi tiene fermo sulla tastiera.

Ma bando alle ciance e passiamo alla rubrica che voi tutti amate miei 42 lettori e diamo il via ad un nuovo eps di [Classe-76]:

Precedentemente su [Classe-76]: abbiamo indagato i loghi che hanno marchiato le nostre infanzie o adolescenze che dir si voglia, prima ancora abbiamo provato a dare un senso ai nostri zaini invicta conservati negli armadi delle nostre madri, ed ora ci tuffiamo nel meraviglioso mondo della tv (a colori... anche se spenti e non al plasma HD).

iniziamo dal motivo per cui ho scelto il tema di questa rubrica: Mike Bungiorno.

strano a dirsi ma qualche sera fa mentre viaggiavo a vele spiegate nel fancazzismo sulla rete mi sono ritrovato a rivedere vecchi eps di Telemike.
La trasmissione (come la chiamava mia nonna), era di quelle facili facili: un bel quiz.
ancora oggi, quando qualcuno dei miei amici si rivolge a me con fare interrogatorio, e mi chiede "ti posso fare una domanda", io alzo le mani alle orecchie e mimando come un mimo deficente (solo più basso e rock) una cuffia vecchio stile, esclamo: tis-sento-Mik


e quindi alla buonanima del vecchio volto del quiz in italia, dedico questa mia prima polaroid. in fondo il programma (o trasmissione che dir si voglia) non mi piaceva, ma era un bel caminetto, un luogo in cui incontrarmi con la famiglia per condividere (senza emule, che megavideo è morto) delle belle immagini, e magari fingersi colti, quando mio padre esclamava: ok facile questa domanda.
(igor agevola la polaroid forza... che oggi è giorno di paga)



Passiamo ora ai miei rientri a casa dalle scuole medie.
Non so spiegarvi per quale motivo, ed allora non riuscivo neanche ad interrogarmi al riguardo, ma ogni volta che poggiavo la cartella (si chiamava così allora e non zaino) a casa ed entravo in cucina già sul tavolo potevo scorgere un piatto pronto, con la tv accesa ed il buon vecchio zio Corrado, che tra pile di piatti faceva domande, umiliando il cibo che mangiavo con poco gusto, raccontando di piatti buonissimi.
Alla sua pianificata cortesia debbo la compagnia di quei piatti pronti per magia.


Passiamo ora ad un programma del fine settimana.
Il fine settimana era una bolla temporale fatta di melassa, non passa mai.
Mentre nei telefilm americani vedevo ragazzi vivere i weekend come un momento di festa per me erano solo un momento in cui non accadeva nulla, fatta eccezione per la Messa, quella ringraziando il Cielo non mancava mai.
I programmi tv erano come il weekend, tutti noiosi e lenti, o almeno così apparivano a me nella mia solitaria periferia napoletana, fatta di pochi fumetti e zero videogiochi.
e così guardavo stancamente qualsiasi cosa potesse avere dei disegni animati, e tra questi programmi vi era Superclassifica Show.
Di musica non ne capivo niente, e sinceramente trovavo noioso anche quella (sarà stata osmosi del weedend, bah!) ma visto che c'era un po' d'animazione guardavo anche questo programma.

certo quel gatto era figo, ho sempre sperato che ci facessero su una bella serie animata, ma come si suol dire i sogni son desideri, ed alcuni è meglio che restino tali...



E ora veniamo al pezzo forte, quindi tutti in piedi (si anche voi che siete in ufficio... dai che il capo non vi guarda), mano sul cuore, occhi lucidi e squillino le trombe, perché ora entra in scena: Bim Bum Bam.

Ok, io adoravo Uan e Paolo Bonolis, erano fantastici! Erano i Miei amici del pomeriggio. Gli altri correvano in strada a giocare, qualcuno filava in bici (senza gridare Silver YiOh! perché It non l'avevamo ancora letto), altri si uccidevano di videogiochi, ma io no.
Per via del fatto che in ospedale ci andavo un giorno si e l'altro pure, mia madre mi teneva sempre in casa ed io non avevo voglia di uscire di casa.
Non il pomeriggio almeno, non quando c'era Bim Bum Bam ad aspettarmi.
Per me era una religione, non potevo pensare di lasciar soli i miei due migliori amici, il furbo Uan e lo sfortunato Piolo Bonolis.
I cartoni che annunciavano, erano a volte totalmente inutili, ma per me vedere loro due in scena non aveva prezzo, mi facevano sentire realizzati i sogni. Grazie a Uan, un pupazzo parlante (giudaballerino se esiste un pupazzo parlante di sicuro esiste anche l'UomoRagno) e Piolo, un adulto che non aveva timore di passare le sue giornate con me ed il pupazzo parlante.

Con loro ero a casa, tutto quello che accadeva attorno era nulla, loro erano il centro del mondo ed io protagonista con loro della nostra isola di divertimento.


e poi c'era lui l'uomo adorato da mia nonna, e quindi anche da me: Gigi Sabani e il suo Ok il prezzo è giusto.
Ok voi, forse ricordate la Zanicchi nel programma, ma i miei ricordi sono tutti per Sabani.
Lo ricordo per le sue imitazioni, che forse non capivo ma mi facevano ridere.
E poi ricordo quella ruota, e le mie urla da cretinetto, che invocava la discesa del 100.
ancora oggi, se qualcuno prova a lanciare dei dadi in mia presenza, io ripeto sempre Cento!Cento!Cento!


Beh come vedete, anche questa volta abbiamo fatto un bel viaggio nel mio personale mondo dei ricordi.
I vostri saranno diversi, ma oggi come allora sono convinto che quei programmi mi hanno reso meno solo, ed infondo al cuore mi hanno insegnato un pochino del lavoro che faccio.

Sapete ancora oggi ho un sogno.

M'immagino di entrare in ufficio una mattina, con la mia giacca-e-cravatta di sempre, di accostarmi al mio computer, di posare la borsa, di prendere il primo caffè, ma prima d'immergermi nel mio mondo fatto di contratti, cartoni animati, attori, sceneggiature, serie tv, business plan, meeting e conference call, trovare un biglietto piegato sotto la tastiera, e di trovarci scritto:

Alla fine sei cresciuto, ora tocca a te farli sentire meno soli! Ma ricorda ci manchi tanto,
i tuoi amici Piolo e Uan

Bene miei cari 42 si è fatta una certa ed io ho provato come potevo a Mettere Ordine In Casa, ora mi lancio in ipersonno perché domani realizzo un sogno... vado in ufficio



domenica 5 febbraio 2012

[diario]:Fai qualcosa che valga la pena ricordare (... ah si e poi c'è quella storia degli sms)



Gentili Tutti,

solo ora trovo le capacità per provare a dare un senso alle mie giornate, che saranno ricordate come le più fredde di sempre da tutti coloro che non hanno vissuto con me questi folli giorni.

Partiamo da Marcel Proust e dalle sue buonissime madeleine, ed inizia un viaggio spazio tempo davvero forte che neanche Virgilio si poteva figurare quando smetteva di giocare a Skyrim.

Ebbene il buon vecchio zio Proust (pace all'anima sua, come diceva sempre mia Nonna quando nei suoi racconti nominava qualcuno di morto, ndb) inizia il suo romanzo più famoso, che sono sicuro che qualcuno di voi miei 42 colti lettori di sicuro ha letto, dal titolo "Alla ricerca del tempo perduto" (nooo fermi non è un film apocrifo di Lucas con protagonista Indiana Jones stravecchio) con una frase che penso sia il sunto simmetricamente opposto del mio weekend: Per molto tempo io sono andato a letto presto.

Non ho visto l'alba, come in alcune notti passate a leggere e sognare tra le pagine dei miei colorati ed amati fumetti di Spiderman, ma di certo non ho mai chiuso gli occhi prima delle 3.30 del mattino.

Ora sono prossimo alle nove di sera di domenica, e il tempo sembra essersi dilatato per lasciare spazio alla memoria, che cerca di comporre il puzzle delle mie giornate trascorse.

Milano è ancora chiusa in una morsa di gelo, ma come ormai sapete mie fedeli 42 lettori io amo la Neve, e non smetto d'incantarmi davanti alla finestra di casa mia, mentre percepisco il bianco con una distanza emotiva da Napoli e casa mia.

La prima tessera del puzzle, che mi si ripete nella memoria, come un flashback della #noncihomaicapitoniente serie tv chiamata Lost, tra dissolvenze in bianco e frammenti di frase che riemergono, è quella di me e Andriano al Goganga che parliamo con una coppia di ragazze (coppia nel senso che sono fidanzate tra di loro).

Nessuna delle due è una ragazza da copertina di Playboy, e lasciatemi dire per una volta Per Fortuna!, perché il dialogo con loro è una delle parti più belle del weedend.

I dialoghi, le battute, le risate, le reminiscenze dei quattro diversi passati che emergono nei discorsi, insieme alle passioni personali, distinguono e caratterizzano ognuno di noi quattro.

In quel momento il Goganga diventa solo una scenografia, e la musica che il DJ tira ad alto volume, solo un brusio di fondo, come una radio lasciata al minimo in un bel lungo viaggio on the road verso non-importa-dove ma fatto con gli amici di sempre.

Ed il parallelo con l'auto tirata alle 88 miglia orarie in un viaggio on the road con gli amici di sempre, fidatevi calza meglio della coppia di calzini dai colori differenti che indosso ora.

L'atmosfera della serata è stata quella, complice la familiarità che un buon cuba libre sa' regalare, ci siamo ritrovati a scherzare, a ridere, a scorgere l'affetto negli occhi delle due ragazze. Un affetto così pulito e semplice che ti brucia via la paura della solitudine, che ad una certa età colpisce noi della gloriosa classe 76.

si è parlato di tutto, e anche dell'Amore, quello vero, quello che il fantasma dell'Amore passato non ti sfitta mai la camera in casa, quello che è meglio non parlarne altrimenti si diventa stupidi, lucidi negli occhi e sognanti nei ricordi passati.

I consigli, i paralleli con le esperienze personali, le posizioni diverse, ma mai di contrasto, sono emerse in semplicità, e alla fine nel freddo di una serata in cui non doveva esserci nessuno per strada mi sono sentito meno solo.

Ci sono ricordi che non riesco a guardare con la giusta distanza emotiva, e di rado mi era capitato di parlare di qualcosa del genere, anche con i miei amici fraterni.

Alla fine anche questo blog è diventato argomento di conversazione, come lo sono stati i blog che normalmente seguo ed in cui leggo e ritrovo pezzi del puzzle della mia disordinatissima anima.

A queste due ragazze, che non rivedrò mai più, a queste due, va il mio più sincero grazie, perchè nella loro semplicità mi hanno regalato un viaggio nella mia coscienza che non avevo mai voluto fare prima.

Mi sarebbe piaciuto parlare di più, ma alla fine meglio così i ricordi più belli sono le polaroid di noi.
Le polaroid sono un attimo e la vita è perfetta ad attimi e non in tratti lunghi, e per questo qui trovate sempre tante polaroid.

Ma il weekend non è stato solo questo, c'è stato anche il concerto di una cover band dei System of down, dove ho pogato come un 25 enne, ma anche una serata in cui qualcuna mi ha fermato per dirmi che mi aveva visto anche al goganga (e quindi???!! ... bohhh) ma la cosa mi ha fatto piacere, e mi ha ricordato quel bel verso della Mannoia che recita: i complimenti dei playboy ma non li sentiamo più se c'è chi non ce li fa più.

Poi il resto è stato un bel fiume, con la frase tormento dei miei amici: ma lo sapete che ho un blog!! e per questo li adoro!

Ah giusto, gli sms! un argomento trattato con il mio amico Nico è stato, il non mandare mai sms da ubriachi a nessuno! Noi maschi in delirio alcolico rischiamo di diventare romantici, e questo non fa bene alla nostra immagine, e poi arriva sempre la mattina dopo e c'è sempre l'sms di risposta... che brrrr gelo!

Ok diciamo che ci siamo, un solo commento sulla musica che mi fa da soundtrack, sono i Lava Lava Love, se clikkate su qui (dovete clikkare questa parola sulla sinistra!), non sono bravi sono bravissimi e in una scala da uno ad It's Over 9000! sono saiyan da combattimento (igor agevola la polaroid della copertina please)







E poi Nothing Special è un pezzo che fa atmosfera perfetta, se sognate di viaggiare con i vostri amici sull'autostrada della vostra crescita.

Ora basta che si è fatta una certa e domani si lavora (si fa anche un bonifico per Palma), ma prima di lasciarci cari 42 lettori, ecco la polaroid di oggi.




e scusate se questa volte ho scritto troppo per provare a Mettere Ordine in Casa.