sabato 24 marzo 2012

[diario]: al meglio a 35 anni

Gentili Tutti,

il mare di rapallo celebra lo sfondo di una vista che mi regala il miglior sorriso di oggi.
Ci sono giorni in cui ti domandi perché mettano dei maxi-schermi in certe camere d’albergo se dalla finestra c’è un panorama che ti toglie il fiato e t’incolla senza stancarti più di episodio dell’ultima stagione di Games of Throne.

Se Igor fa il suo dovere a seguire dovreste trovare una bella polaroid che ripropone la magica visuale:


Ora penso che voi miei 42 lettori sappiate bene, quanto io sia totalmente innamorato del mio lavoro (#isognisirealizzano), ma ci sono giorni come questo in cui lavorando mi sento come quando in un letto ad una pizza la vostra Lei vi parla mentre ha la testa sul vostro incavo-petto-spalla, e voi fate un dio medio alla rotazione terrestre e allo scrorre del tempo, e vi sentire come Terence in Candy Candy, solo più basso, rock e bassista alcolizzato.

Passando a questioni più serie mi lascio andare ad una scrittura da finto autore, accendo il flusso di coscienza, e mi godo il macbook lasciato in solitario sul tavolino essenziale del balconcino della camera d’albergo di cui sopra, che silenziosamente trasforma in un file word i pensieri di questi giorni.

In questi giorni il mio amato lavoro mi ha portato a Rapallo, ridente cittadina di mare che incornicia quel gran pezzo (dell’ubalda tutta nuda e tutta calda) della costiera Lingure che da quattro anni ho imparato a conoscere bene (cioè senza l’uso del navigatore gps). Ora se voi come me siete nati in una bella città di mare, ma il lavoro vi ha condotto a vivere in una gran bella città ma decisamente deficitaria di mare, potrete intuire quanto io abbia la sensazione di casa stando in silenzio a godermi il profumo di mare. Una sensazione che porta con se un bel bastimento carico di ricordi e pensieri filosofici.

Quando si hanno 35 anni, e le autostrade d’Italia sono finite per diventare le tangenziali della città che chiamate italia, iniziate ad avere questi attacchi da scrittura compulsiva ogni volta che finite per ritrovarvi in silenzio a fissare un mare che ricorda casa.

In certi momenti guardate il vostro pacchetto di paglie, tirate un bel dito medio al rallenty, e vi godete il profumo di casa mentre indossate le vostre rayban d’ordinanza, e vi sentite il meglio di voi stessi, e allora non c’è specchio che tenga o copertina di Men's Health che si voglia, voi siete la miglior foto di voi stessi ed il resto conta quanto uno zero assoluto.

I 35 enni penso che abbiano abbastanza momenti “al meglio”, molto più dei 20enni o degli adolescenti in generale.

Vi sembrerà forse assurdo, ma penso che i miei coetanei mi possano capire perfettamente. Ora a beneficio dei non [Classe-76] proverò a scrivere al riguardo.

Quando abbiamo ventanni è probabile che noi generazione nerd, si sia cresciuti con troppi cartoni animati e troppo amore (#maitroppo) materno, e si sia finiti per essere sempre preda d’innamoramenti impossibili di ragazze troppo carine per il nostro livello, che ci facevano innamorare solo guardandoci (guardandoci ok una parola troppo grossa, diciamo guardando nella nostra direzione per sbaglio). E da quello sguardo partivamo in sogni impossibili che ci vedevano protagonisti assoluti di:
1 - passeggiate romantiche mano nella mano al tramonto sul lungo mare della vostra cittadina tutta cemento e poca storia;
2 - falò fatti di birre e coperte divise in due tra rumori di baci ed onde;
3 - dichiarazioni d’amore fatte sul muretto vicino alla scuola;
4 - cinema di periferia pieni in due a rivedere “ritorno al futuro – parte III”
5 – cassettine duplicate male con il fruscio dei gunsroses ascoltate in camera di lei mentre i genitori di lei passano piano vicino alla porta mentre tu le racconti perché ami così tanto quel cavolo di Jack Frusciante è uscito dal gruppo;

Ma alla fine la realtà finiva sempre (nelle migliori delle occasioni), con tu e la tua ragazza-dei-sogni che siete nei bagni del liceo durante un intervallo infinito tra odore di canne e pipì, e lei che ti racconta di come abbia baciato quello stronzo di V-B che sembra Kurt Cubain (de’ noi artri) durante la gita di quarta a parigi anche se lui è strafidanzato e alla fine però lei è innamorata e quindi che a te ti vede come un amico e che alla fine cioè non LE PIACI.

E allora da lì in poi tutto un vedersi brutto stile cesso e autostima sotto gli anfibi doctor martin o le adidas false, ed il massimo è ammazzarsi di fai-da-te su Video-Girl-Ai e DAILAN DOG (che a 16 anni lo chiamavo così) in bagno mentre tua madre ti chiede quando esci dal bagno.

E poi dissolvenza in bianco e finisci 15 anni dopo-dopo, che sei un fissato con i 40 minuti di corsa al sabato o la palestra se ti viene bene nel dopo ufficio, le ragazze sfilano in sequenza e le chiamate senza risposta si accumulano sul cellulare, il sesso e l’Amore l’hai bruciati nelle camere in affitto da fuori sede, e ora quello che sai di te-stesso è che se vai con una ragazza 10 secondi dopo vuoi solo che si teletrasporti via da casa tua perché in testa hai solo la voglia di amici e cubalibre.

Perché alla fine quello che sogni è solo la tua ex che hai trattato da stronzo o almeno così di dici per sentirti meno stronzo di quello che sei (che noi maschi a giustificarci siamo dei geni).

Eppure in alcuni momenti, quando questa storia ti resta scritta dentro (anche se non la leggi) finisci per compiacerti del distacco con cui vivi il mondo e guardandoti in un attimo in terza persona ti trovi “al meglio” perché alla fine con te stesso ci stai bene e le tue affermazioni le hai avute, e almeno una volta una ragazza ti ha fatto sentire in ordine con il mondo.

A quei momenti, quelli che volano via leggeri dedico questo diario, “al meglio”

2 commenti:

  1. "quello che sogni è solo la tua ex che hai trattato da stronzo o almeno così di dici per sentirti meno stronzo di quello che sei (che noi maschi a giustificarci siamo dei geni)."

    mi sa che diventerò lettrice regolare. :)

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    1. ahahaha natalia, sono onorato :) ... anche se il merito va solo al fatto che sono un maschio, e quindi per assioma stronzo.

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