giovedì 1 marzo 2012

[diario]: viaggiare in tram, in metro, in bus o con la fantasia (e spesso senza biglietto)

Gentili Tutti,

benvenuti ad una nuova fantastica (#credici) puntata della rubrica [diario].

Come i miei amati 42 lettori sanno, questa rubrica è semplicemente un flusso di coscienza, libero e puro (se puro io? non sono più puro da quando avevo 13 anni, e ho scoperto ....), che coglie un trentacinquenne come me quando la voglia di tv sparisce e la necessità di condividere i pensieri straripa su di una tastiera.

Non so se capita spesso anche a voi, ma io quando sono in metro o in tram, immagino, sogno, indago.

I miei sguardi furtivi sono tutti per gli altri passeggeri, li analizzo come un novello e più stupido Sherlok (si quello del telefilm! i romanzi? eh???!), cercando d’immaginare le loro vite oltre quel viaggio, le loro vite oltre.

Ma fidatevi di me se vi dico che nel mio indagare non c’è malizia, ma pura e semplice curiosità. Sono curioso, per natura e amo imparare, e cerco in tutti quelli che incrocio nella mia vita di trovare uno spunto, una frazione che mi permetta di comprendere vite distanti e mai tangenti alla mia.

Oh, già vi vedo pronti davanti ai vostri schermi, a lamentarvi della mia ennesima filosofia da blogger , ma se avrete pazienza forse vi divertire con me in questo stupido viaggio nell’universo dei viaggiatori.

Nella mia vita ho vissuto e lavorato in molte città, ma in ogni città ho trovato le medesime abitudini di viaggio.

Tipologie di viaggiatore:

1 – il disperso nella lettura. Che sia un quotidiano (ovviamente freepress) o un libro, il loro sguardo è sempre simile: sognante. Hanno l’aria di chi il viaggio lo ama e lo vive come un’isola felice dove regna il tempo di qualche pagina. Sono vestiti distrattamente, non hanno la fissa dell’abbinamento, e questo perché per loro uscire di casa è funzionale solo al poter leggere.

2 – il cellulare. Mediamente hanno circa 16 – 35 anni, e passano le loro brevi trasferte in metro o in tram con gli occhi puntati su uno schermo, mediamente I-coso, tra sms, email o whatapp , sorridono ciclicamente. Alla fine penso che il loro scrivere e leggere compulsivo ignorando il mondo e l’umanità che fa da cornice al loro viaggio, sia mirato unicamente al non sentirsi soli. Nel loro sporadico sorriso trovano la soddisfazione del tanto digitare. Che poi sorridano per una mail di lavoro, o per un sms di amici, amiche, mogli, mariti o amanti non ha valore, tutto è scritto e letto solo in funzione del sorriso.

3 – fissità tipica del gatto. Sono quelli che non sono in tram o metro ma in un mondo parallelo, in cui la loro vita è stata messa in “pause” sul grande dvd della vita per la durata del viaggio. Sono immobili, ghiacciati, senza espressione, sembrano dei manichini vestiti (di solito male) fuori stagione. Per loro il viaggio non conta, conta solo il loro pensare.

4 – impazienti. Agitati cronici, spesso studenti o manager, per loro il viaggio è una sofferenza, una tortura di cui farebbero volentieri a meno. Sono vestiti “allentati”, tutto è affanno nel loro essere, non stanno seduti e guardano il cellulare solo per distinguere l’orario. Vivono spesso in prossimità delle porte e leggono i nomi delle fermate anche se conoscono a memoria il tragitto.

5 – maniaci delle pulizie. Hanno un fazzoletto e si tengono alle aste anti-caduta (o come giudaballerino si chiamano) solo attraverso un fazzoletto di carta usa e getta. Sono infastiditi, non amano chi li circonda e considerano il resto dei viaggiatori un peso. Passerebbero le loro vite nelle loro immacolate auto, ma per via delle ZTL o del costo della benzina sono costretti ad abbassarsi ai mezzi pubblici.

6 – i gruppi. Che siano ragazzini o signori in gita, hanno tutto un sorriso stupito per ogni fermata. Non amano il viaggio ma amano il condividere il viaggio con gli amici o i colleghi. La loro caratteristica: spettegolano di tutto e di tutti. Se con discrezione li ascoltate potrete sapere più informazioni di una wikipidia verbale a luci rosse.

7 – i pazzi. Quelli a cui il destino ha giocato lo scherzo di guardare il mondo con troppa emotività. Sono incasinati, sporchi e attacca parole, il solo scrutarli farà nascere una conversazione con voi, che nella maggior parte dei casi continuerà anche quando voi sarete usciti dalla metro e loro diretti al capolinea.

8 – gli anziani. Semplicemente emozionati dalla paura del viaggio, che vi rivolgeranno la parola a qualsiasi costo, per sentirsi meno soli. A me ricordano i blogger, anche loro come me, sono spinti dalla necessità di esprimere il traffico che hanno dentro, con chiunque, nella speranza di sentirsi meno soli.

9 – Gli osservatori. Ehi calma, non ho detto quelli della serie tv Buffy, questi sono quelli che come me vi scrutano e provano ad immaginarvi. Vi guardano le scarpe, i vestiti, ma sono discreti e divertiti, insomma fondamentalmente curiosi.

Beh, questi sono i miei compagni di viaggio da quando tredicenne timido presi la metro da solo per la prima volta. Sono sempre diversi ma sempre uguali, cambiano nell’abbigliamento ma non nelle tipologie. E grazie a loro che ogni volta che salgo in un tram, in un autobus, in una metro, in un treno mi sento un pochino a casa.

A loro va il mio grazie, perché a loro modo anche loro, ci sono sempre stati.

Quando piangevo per L’unica RagazZa, quando chiudevo le telefonate con mia madre, quando incerto mi chiedevo cosa ne sarebbe stato di me al lavoro, quando distrattamente tremavo per un esame che non avevo studiato, o quando semplicemente ho trascorso un pezzo della mia vita con loro.

Grazie a tutti voi che non mi avete mai conosciuto.

Ah, se salite in un mezzo pubblico domani, guardatevi intorno, se un ragazzo vi sorride, non è un cretino che ci sta provando, ma forse sono io che vi sto dando un posto nella mia temporanea famiglia viaggiante.

well, siamo arrivati. Si scende, dai tutti in fila usciamo dalla mia mente, che anche per oggi ho provato a Mettere Ordine in Casa.





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