martedì 18 settembre 2012

[Diario]: Michael Douglas fa della marocca (ovvero come vivere felici una vacanza a Palma de Majorca per celebrare l'amicizia)

Gentili Tutti,

puntuale come tutti gli anni le vacanze sono finite. So che molti di voi ora versano in situazioni drammatiche ripensando ai bei giorni andati, e proprio per questo, al fine di aggravare il vostro già difficile stato, ho scelto di lanciarmi in un resoconto semi serio delle mie vacanze estive, quindi preparatevi ad un giro di giostra senza cinture di sicurezza, in cui la morale sarà ingrediente margine di un cocktail a base di rum e fiesta.

Quando ci sia accinge a raccontare i resoconti di una vacanza tra amici, il rischio è di scrivere qualcosa di criptico che venga compreso e capito solo dai partecipanti, per questo sceglierò di dare il giusto spazio ai partecipanti che sono stati con me... (ma quanto sono buono!?!?!?!).

Ma Ora prima di lanciarci in questo giro mortale.... ho un colpo di tosse... perché tossisco da settimane... beh cosa aspettate il racconto sta per iniziare

Primo colpo d tosse

(il giorno dell'addio a Majorca)

il cielo di Palma de Majorca si tinge di grigio mentre scrivo queste rapide righe in attesa che si concluda la mia ultima giornata di ferie.

Sono con tre amici attorno ad un tavolino di finto legno sulla veranda di un hotel a cazzeggiare scroccando la connessione wifi, abbiamo l'aria stanca, ci sono veloci racconti di fine vacanza ma intervallati da lunghi silenzi raccontano il debito di sonno che abbiamo.

Io intanto digito sul mio fido MacBook questo post, sapendo che tra non poco sarò nuovamente interrotto da qualche pingone. Scrivere il blog in vacanza fosse anche l'ultimo giorno, non penso sia fattibile quindi chiudo lo schermo mi godo una delle mie ultime paglie, mentre ozio espirando fumo verso il cielo spagnolo.


Prima sigaretta (appena spenta)

(il giorno del mio arrivo a Majorca)

Siamo in quattro, siamo appena fuori dall'aereoporto di Palma, ed io sto ascoltando in sottofondo la sigla dell'A-Team  (che voi per comodità potete ascoltare qui).

Con me ci sono ovviamente:

Il Colonnello John "Hannibal" Smith, alias il Pastore, un uomo dall'imponente statura (sfiora il metro e novantacinque), che con un taglio da moicano ma brizzolato sale e pepe (come direbbe la buonanima del buongusto) rappresenta la nostra guida morale. E' nel fiore dei suoi anni, è più giovane di me ma riesce a scorreggiare meglio di chiunque altro abbia mai conosciuto. Se fosse un capo tribù indiano avrebbe sicuramente il nome di Culo Tonante!

Il Sergente Bosco Albert "P. E./Pessimo Elemento Baracus", che noi comunemente chiamiamo Lupo. Un uomo, un mito, la sua capacità di relazione con il mondo si può definire come una miscela (esplosiva) tra Gastu il Berserk (dell'omonimo - nonfiniràMai - manga) e Marty McFly della saga mai troppo osannata di Ritorno al Futuro. Ovviamente se fosse un capò tribù indiano (si va beh nativo americano avete capito) sarebbe The Wolf!

Il Tenente Templeton "Sberla" Peck, alias As-You-Wish-My-Lord (oh si legge tutto attaccato, e se fate storie sul fatto che sia un soprannome troppo lungo.... beh giudaballerini-vostri). Il suo soprannome giunge dalla sua innata passione maniacale per lo stare sdraiato a letto circa 16 ore giocando a ripetizione ad un videogames per iphone che ha il brutto vizio di ripetere a catena la frase: As-You-Wish-My-Lord. Se fosse un capo tribù indiano darebbe, Toro sdraiato.

Ed infine (squilli di trombe, tromboni e soprattutto pernacchie) ci sono io, alias Capitano H. M. Murdock. Del gruppo ovviamente sono il matto urlante, e per urlante s'intende che ogni tre secondi sono a gridare frasi del tipo "Pompo nelle casse", "Fiesta" o "Pura Vida Loca"! Sono il matto, l'assurdo, quello che fareste finta di non conoscere ma che vorreste al vostro fianco in ogni festa, sono lo spirito (ovviamente alcolico) di ogni sbronza, e sono la risata assurda e fuori luogo che non ha il benchè minimo contatto con la realtà. Se fossi un capo tribù, sarei... beh sarei... ovviamente... ma quale capo e capo io sarei lo scemo del villaggio e basta.

Camminiamo in parallelo tutti e quattro; la vita sembra andare a rallenty e noi indossiamo gli occhiali da sole come neanche Horatio Caine in CSI Miami.

Mi sembra quasi di distinguere i titoli di testa mentre avanziamo ognuno con il suo assurdo passo sul viale dell'aereoporto.

Trentaseiesima Sigaretta

E' un oggetto semplice, nulla di complesso, forse tra le prime invenzioni dell'uomo, eppure ora mi appare uno strumento dal potere incredibile: il secchiello. Siamo su di un tavolino fuori dal nostro Hotel, siamo seduti a cerchio attorno al secchiello, neanche fossimo alla Tavola Rotonda in attesa di un Alcolico Re Artù, al posto delle spade abbiamo delle cannucce, lunghe ventordicimila kilometri, insomma più lunghe del mai-fatto ponte calabria-sicilia, sul tavolo c'è una musica sparata da un cellulare che urla O Sole Mio, ma nessuno ascolta la Musica, perchè le cannucce sono infilate nel secchiello e nel secchiello ci sono:

1 litro di Fanta al Limone
2 Litri di Ron (che non è il sangue del poco noto cantante ma il vero nome del Rum)
4 Fegati spappolati
81452,3652/45,235896 cubetti di ghiaccio (che senza qui si muore)
4 anime in cerca di buon senso
4 sanità mentali

I ragazzi in circolo stanno cantando a suquarciagola O Sole mio, palma ringrazia, sono le 23, 30 e forse qualcuno vorrebbe anche dormire. Pia illusione, quello dei quattro ragazzi è solo l'inno d'apertura di una serata alcolicamente apocalittica.

Sessantaduesima sigaretta

Siamo sulla spiaggia, siamo sempre i soliti quattro e siamo quasi sobri. C'è il sole in cielo, e già questo è un miracolo in quanto di solito prima delle 20 uscire dall'albergo è un reato, come testimoniano le nostre false abbronzature.
Abbiamo un materassino, cazzeggiamo, nuotiamo, e ci prendiamo poco sul serio. Ogni frase è un dialogo scritto male da un battutista alcolizzato e con la pancetta di una sit-com nordamericana degli anni ottanta. Se mi concentro ascolto anche le risate in sotto fondo.
La sera prima io ho rubato sotto l'effetto di circa due litri di rum circa 4 drink a non so chì, il pastore ha avuto l'ingrato compito di salvarmi dalla folla urlante con forconi e palette.
Le sere sono tutte cosi, alcol, risate, balli in quattro, che neanche fossimo sposati tra di noi ed ancora risate. Prendiamo in giro chiunque, anche il mare se ci passiamo troppo vicino, ogni cestino delle immondizie è un cesto da basket nei playoff del campionato USA, ed ogni oggetto una palla da mandare in cesto con tre passi.
Non pensiamo a niente se non a far casino! 
Il DeeJay ci ama, ovvio che sia così, siamo sempre i primi ad urlare ad ogni canzone che cambia, e poco ci frega se non conosciamo le parole o una musica tedesca, l'importante è urlare, spegnere il cervello, esserci e fare Fiesta.

Siamo quattro cazzoni, ed il resto è una telecamera virtuale che ci inquadra dall'alto, una bella panoramica a salire, mentre la musica va a scemare, noi finiamo in un fermo immagine mentre balliamo braccia al cielo, ed una voce narrante fuori campo dice qualcosa del tipo: ed eravamo felici semplicemente felici.

Settantatreisima sigaretta

Siamo sfatti, siamo senza voce e con poco sangue nelle vene. Stiamo ancora sul nostro portico d'albergo a guardare il grande acquario chiamato Palma. accanto a noi si palesa il nostro miglior amico, un uomo un mito: SLAVO-BRAVAGENTE.

Lui è il vero Boss del quartiere, lui può essere ovunque e in qualsiasi momento, veste sempre allo stesso modo manco fosse Dylan Dog o SpiderMan, ha sempre delle ciabatte ai piedi, ma riesce ad essere silenzioso come un ninja assassino.
Il sorriso gli è stato negato da madre natura, ed il suo uno modo di fare è un cenno del capo con il quale comunica ogni sua necessità o ordine al mondo che lo circonda.

vi posso assicurare che una sera in cui fuori dal nostro albergo c'è stato un incidente d'auto, anche se  era l'inopportuna ora delle 5 del mattino, la polizia spagnola si è consultata con slavo bravagente prima di concludere le indagini con un arresto fulmineo.

Ogni vacanza ha il suo motto, ogni viaggio ha il suo modo di dire, ogni gruppo elege il suo mito, per noi quattro SLAVO-BRAVAGENTE, fu il nostro.

Se siste curiosi di capire il nostro tormentone guardate questo video a Loop per 90 volte....


Novantesimo colpo di Tosse

Sono davanti allo specchio del mio bagno di casa mia a Milano.
Le sigarette hanno fatto male (ma va?!?!?!? sul serio e chi l'avrebbe mai detto?!?!?! il mago Fox?!?!?!? l'oroscopo dell'Internazionale?!?!?!), e la pioggia estiva al rientro anche peggio.

Sul comodino c'è un braccialetto, è il braccialetto che ci siamo regalati tutti e quattro il primo giorno, un modo per fare squadra, un modo per bullarci, un modo per sentirci forti in branco, un modo per spendere i soldi in modo coglione (che tutto in alcol non ne vale la pena daiii.... #credici).

Sono solo in casa, ho ripreso la mia vita, i miei sogni, le mie cravatte, la mia barba tutti i giorni, Deejay chiama Itala appena sveglio, le risate in ufficio, le mail fino a tardi e gli aperitivi a 10 euro. Le mie mancanze croniche, gli errori che non riesco ad accettare di aver commesso, il mio essere puntuale, bastardo ed emotivo, il mio leggere fumetti ed il mio sognare per ogni viaggio in tram lungo il naviglio.

Eppure se chiudo gli occhi non posso fare a meno di sentire ancora le coglionate di tre amici, che hanno lasciato le vite in frigorifero per 11 giorni per passare una vita-11-giorni insieme. e alla fine se mi guardo allo specchio capisco che sto fermentando e sorridendo.

Squilla il telefono, è mia madre, tossisce anche lei, e mi chide piano a respiri interrotti com'è andata la vacanza, la sua prima domanda è sempre la stessa, da quando avevo 14 anni e tornavo a casa dopo una serata con gli amici: cosa avete fatto?

Ed io penso in sequenza veloce con stacchi frenetici: al bagno alle 4 del mattino, al secchiello bevuto di corsa, alla pizza da schifo alle 6 del mattino, al Pastore che si compiace del prosciutto locale, al Lupo che esulta per aver centrato ad occhi chiusi un cestino ad un metro di distanza all'una di notte ubriaco e con una bottiglia di Jack Daniela (di plastica!!!) un cestino nel pieno della folla da lungomare, al As-You-Wish-My-Lord che simula (?!?!?) la morte per asfissia al contatto con il mio piede, alla gente che ci guarda schifata mentre balliamo come un gruppo di lapdancers fallite, agli anni in cui con quei ragazzi ci ho diviso la vita in via del chiu a Bologna, alle giornate con soldi zero, alle corse in ospedale a Bologna per il pronto soccorso se stavo male, alle cene da cinque euro ma con sempre troppo cibo e troppa fame, alle bottiglie bevute di nascosto prima di entrare nei locali per non pagare i drink troppo costosi, alla mia festa d'addio quando sono andato a vivere a Milano, e alla fine rispondo a mia Madre:

                                        

Ma alla fine tutto si chiude, la dissolvenza arriva, e l'episodio sta per finire... E così cari amici ho provato anche in estate a Mettere Ordine in Casa.

FINE

TITOLI DI CODA

SCENA AGGIUNTIVA:

le 16 di un caldo pomeriggio a Palma, io sono immerso nella lettura dei Vendicatori, il mio compagno di stanza a giocare ad uno videogioco per iphone, ci fermiamo ogni tanto per ricordarci quanto amiamo la Minkia, o per ricordare all'altro quanto goda con determinate pratiche contro-Natura con persone del nostro stesso sesso.
Ad un certo punto sentiamo qualcuno bussare con fermezza alla porta, non è il Pastore che viene a scorreggiare in camera, o Lupo che ci racconta delle sue prodezze atletiche, è.... Michael Douglas?!?!?!?!
e vestito in giacca e cravatta, e ha in mano un OSCAR!!!!!!!!!