venerdì 15 novembre 2013

[Totò, Peppino e... la malafemmina]: Napoli e ...'Sta luna pare 'na scorza 'e limone, e comm'è blu stu cielo 'e cartone.

Gentili Tutti,

la prossimità di un'alba s'intravede nel cielo cupo che copre Milano alle 6.13 di un piovoso venerdì mattina, mentre mi appresto a regalarvi somministrarvi a forza una nuova meravigliosa pallosa puntata della celebre serie tv Game of Thrones Arrow Walking Dead Squadra Speciale Cobra 11 [Totò, Peppino e... la malafemmina]: Napoli e ....

Lieti eh? Felici eh? Smetterete di ciulare le vostre amanti/fidanzate/mogli/bambole di plastica/tori gonfiabili/youporn per leggere qualcosa che vi farà godere più di GTA V incrociato con una lunga sessione di youporn...  #credici

Quindi sistemate i vostri ipad per bene, sedetevi comodi in poltrona o sul tazza del bagno, allacciate le cinture di plastica e partiamo.

Come forse saprete e se non lo saprete poco importa perchè significa che bevete la giusta razione di Long Island ogni sera questa rubrica tratta dei miei deliri da eccesso di dietilamide-25 dell'acido lisergico quando gioco a Batman Arkham Asylum in una discoteca milanese in fase di aperitivo del mio viaggiare in tante città diverse e delle differenze che si colgono o peggio si subiscono con profonda sorpresa, si insomma una piccola guida di sopravvivenza al mondo non-napoli.

Ma bando alle canne ed i festeggiamenti, facciamo rientrare ancora una volta le ballerine semi nude che vi fanno innamorare dicendo parole semplici come sesso io e te ora ed i nani (a cui, ricordo a tutti non è permesso dare fuoco) nei camerini ed iniziamo questa prima puntata:

Napoli e Milano, ovvero Addio Benvenuto, e grazie per tutto il pesce la nebbia.

#StoriaVera


Diciamo che sono circa le 7.00 del mattino sui navigli in un freddo inverno milanese. Vivo da poco in questa meravigliosa città, e sono nella fase in cui tutto mi appare nuovo ed entusiasmante, si dai avete capito... tipo quella fase bambino di 9 anni con il suo nuovo master tra le mani (inebriato dall'odore tossico della plastica dei master) o tipo un bambino di 13 anni con il suo nuovo joystick senza console tra le mani (inebriato dai movimenti veloci)...

Ecco io, stavo così aspettando il mio bel tram sul naviglio, con il mio bel completo giacca-&-cravatta d'ordinanza, mentre leggo beato e felice, nella nebbia che fa tanto brughiera inglese (cioè fa tanto tutto... tanto non si vede niente e quindi ci può essere tutto), un Dylan Dog d'ordinanza.

A quel punto avviene l'impossibile, dalla nebbia con un effetto scenico degno di John Carpenter nel film di terrore Fog (la nebbia assassina #tipregomammafammistarealzatochec'èNotteHorrorSuItalia1) appare un anziano uomo.

L'essere, che qui al nord chiamano Umarells, era così formato:


1 - cappotto, evidente cimelio della seconda guerra mondiale ricevuto come regalo dei diciotto anni direttamente da Winston Churchill, Stalin e Hitler durante una bella serata al Pineta di Milano Marittima;


2 - un basco, evidente cimelio della rivoluzione condotta con fierezza nell'ex Congo Belga ed in Bolivia insieme al giovane Ernesto Guevara de la Serna, più noto come Che Guevara o GèGè Guevara (come veniva chiamato al mio liceo dalle belle biondine ignoranti che venivano alle manifestazioni solo in cerca di canne e sesso facile con noi giovani idealisti #seseinunpornomanco)



3 - le mani chiuse dietro la schiena che evidentemente stringevano un serramanico ricevuto in dono da freddy e jason quando insieme frequentavano il goganga a Milano negli anni novanata.


Quest'uomo con fare tipico di serial killer si avvicina con fare sospetto.

Se fossimo stati a Napoli non avrei avuto dubbi sulla sua natura di trafficante di droga colombiano, ma qui a milano tutto è diverso, quindi lo guardo con aria di sufficienza dall'alto del mio Dylan Dog e del mio post sbornia da long island!

Ma ecco che si avvera il dramma...
L'uomo mi rivolge la parola... e pronuncia le seguenti parole: scighera, eh?

In quella frazione di secondo penso:

0 - Devo fingere di essere sobrio.

1 - Ho bevuto troppo ieri sera, MAI più di quattro long island in meno di 30 minuti.

2 - Possibile che Dylan si fa sempre delle donne gnocche in ogni fumetto??!!!

3 - Devo fingere di essere sobrio

4 - Ok è ufficiale sono finito in una realtà parallela dove tutti sono leghisti ed io sono l'unico uomo che ancora comprendere l'italiano. d'ora in poi il serial tv della mia vita avrà come titolo: L'Alba dei leghisti viventi!

5 - Devo fingere di essere sobrio

6 - Siamo tutti sicuri che quest'uomo non fosse con me a Bere i long island?

7 - Devo fingere di essere sobrio

A quel punto l'uomo del mistero usa lo sguardo inquisitore tipico della professoressa e del capo il giorno della mia totale impreparazione ed io cado nel panico totale.

La mia risposta si scioglie sincera tra post-sbornia e freddo milanese: Anche a lei.

In quale momento il suo sguardo inquisitorio si trasforma nello sguardo del disprezzo, che di solito aveva mia madre quando mi vedeva vomitare abbracciato alla tazza del bagno la mattina dopo una notte da leoni (leoni... bah diciamo finisce in "oni").

A quel punto vedo sbucare dalla nebbia i compagni dell'uomo malvagio, e nell'ordine sono:









in quella frazione di secondo percepisco che il mio destino è segnato e quindi alzo al cielo il simulacro eterno della forza e pronuncio gli immortali versi: Io sono Adam, principe di Eternia, il difensore dei segreti del castello di Grayskull, e questo è Cringer, il mio eroico amico. Scoprii di avere certi favolosi poteri segreti il giorno che sollevai in cielo la mia spada magica e dissi: "Per il potere di Grayskull, la grande forza è con meee!!" e Io diventai He-man l'uomo più forte e potente dell'intero universo. 

Che in realtà apparve a tutti come un frugare il mio galaxy samsung cercando notifiche nuove.

La risposta del Vecchio Malvagio fu chiara, e con aria schifata pronunciò: Terrun!

A quel punto un salvifico Tram 2 arrivò a portarmi via, e così riuscii a fuggire a quell'orda di vecchi-viventi!

A quel punto il mio amico onnisciente Puffo Quattrocchi Google mi risolse il dilemma, scighera in Milanese vuol dire Nebbia!

e va bene cari e gentili 42 lettori ci vediamo alla priossima, buona vita e mettete ordine in casa mentre cercate di sopravvivere nel nord del mondo.


lunedì 11 novembre 2013

[Diario]: Un cinese per l'aurea Milano!

Gentili,

sono da poco passate le due di pomeriggio quando collasso sul letto della mia casetta rossa e blu sul naviglio.

Tra le mani ho un fumetto, parla di Milano, di arti marziali, di polizia d'intrighi, il titolo: LongWei.

Volete sapere di cosa parla? siete curiosi di sapere chi sono gli autori? volete sapere dove trovarlo? Bene siete su internet, usatelo. Basta andare "G-O-O-G-L-E" e cercare la chiave di ricerca "L-O-N-G-W-E-I". Ok, ok, siete ancora qui a leggere, quindi o siete dei debosciati come me, oppure #boh, comunque ecco un link agile: Longwei

Allora partiamo dal perché mi piace questo fumetto: una valanga di motivi.

Provo a riassumerli, in una bellissima (certo come no! #modestia) classifica, che chiamerò per comodità: 3 Motivi per Longwei!!! (Quasimodo lancia lo stacchetto-stile-lucignolo-dei-poveri e non ti lamentare della mia fantasia!)



Pronti per un bel viaggio sull'ottovolante delle mie motivazioni:

Terzo Posto: i catenielli di Vincenzo G. Partiamo dall'assunto che vengo da un paese immerso nella nebbia in provincia di Napoli, e che la mia adolescenza non è un Ballo-di-fine-anno-all-americana o le limonate in una decappottabile sul promontorio della città, la mia adolescenza non è neanche discoteche e canne, ma semplicemente è giri in auto a raccontarsi la vita ed i sogni senza ragazze ridendo del quotidiano, vivendo la felicità in una fiat uno di seconda mano. E la felicità era ed è Vincenzo G., un mito di ragazzo, con le sue espressioni da cartone animate ed il suo piglio da rockstar di Fronte del Porto (#brandocrepadinvidia). Tra le sue passione c'era Bruce Lee, tuta gialla senza Uma e tanti urletti senza Goku. Lee, per me, era prima di tutto Kato in Green Hornet, e poi il protagonista dei film che piacevano a mio padre e a Vincenzo G. E proprio il buon vecchio Vincenzo G. nominava a nastro il termine "catenielli". Negli anni ho scoperto pian piano tutti i film doppiati (#male) di Bruce Lee, ma ogni volta che vedo qualcuno fare arti marziali non poso fare a meno di pensare a Vincenzo G., alla nebbia del mio paese e a quanto tutto sembri incantato nel libro della memoria dimenticata. tutto questo come s'incastra con LongWei? Nel fumetto ci sono "catenielli" a nastro!!!  

Secondo Posto: La coerenza produttiva per me è tutto. Non guardo altro a volte. Scrivere bene è qualcosa che con impegno puoi fare benissimo nel tuo studio di casa, disegnare bene è qualcosa che puoi fare anche in una casa a lago mentre fuori piove, ma organizzare una continuità narrativa e produttiva in un prodotto seriale è qualcosa di pazzesco! Parlo per esperienza, e vi posso assicurare che realizzare qualcosa che sia puntuale nelle uscite al pubblico e coerente sempre sia per narrazione che per qualità è come lanciare un shuttle nello spazio (ci sarà un motivo se hanno smesso!!!). In Longwei tutto è perfettamente armonico e preciso, i personaggi si evolvono, restano coerenti e saltano a piedi uniti i buchi narrativi. Tutto sembra scorrere in una direzione senza che nulla cada nel vuoto. E per questo caro Cajelli ti meriti un cartello di chiusura con dissolvenza insieme a Joss Whedon, il buon vecchio Chris Carter, e l'onnipresente J.J. Abrams.

Primo Posto: I parco disegnatori. Le matite che danno forma alle parole degli sceneggiatori sono tra le più efficaci del panorama italiano e hanno il dono di rendere le scene d'azione in forma molto dinamica, quindi una bella menzione d'onore a Luca Genovese, Gianluca Maconi, Luca Bertelè, Francesco Mortarino che fino a questo momento (ho letto il numero 4) stanno introducendo al pubblico italiano un nuovo genere di fumetto popolare: il fumetto d'arti marziali! Trovare le  dimaniche sperimentali di questi disegnatori in un albo in stile Bonelli: #spaccaabestia!

Per ora abbiamo chiuso, dite la Vostra e correte felici ordinatori di case.